Come avviene l’estrazione dei diamanti

I diamanti rappresentano la pietra preziosa più diffusa e usata per creare dei gioielli eleganti, raffinati e dalla bellezza unica. Alla vista, queste pietre ci appaiono luminose, brillanti e pulite, ma si tratta del risultato di un lungo processo di lavorazione ed estrazione diamanti.

Estrazione dei diamanti: le tipologie

L’estrazione dei diamanti è un processo lungo e faticoso e, per poterlo comprendere, occorre percorrere un po’ di storia. All’inizio, si conoscevano solo i giacimenti secondari, che, essendo alluvionali, permettevano l’estrazione con la “batea”, strumento utilizzato per separare i diamanti dalle altre pietre.

Successivamente, si è passati agli scavi a secco dei depositi primari e, all’inizio, il terreno veniva lavorato con le pale e i picconi, per poi essere setacciato a mano. Al giorno d’oggi, invece, la maggior parte delle miniere viene lavorata con un metodo di estrazione sotterranea: l’estrazione in superficie prosegue fino ad una profondità di 100 metri e poi si utilizza quella sotterranea.

Per estrarre i diamanti tramite le gallerie ci sono 3 metodi:

  • estrazione per vuoti o per camere: questo è il metodo più vecchio, oggi sostituito da metodi più innovativi. In passato ha permesso il trasporto della kimberlite che contiene i diamanti;
  • estrazione per frammenti a blocchi: questo metodo è nato negli anni ’50 e consiste nella creazione di gallerie con aperture dentro la kimberlite, in modo tale che questa possa cadere e frantumarsi all’interno delle gallerie;
  • estrazione “glory hole”: questo è il metodo più efficace per l’estrazione dei diamanti e si divide in più fasi. La prima consiste nella creazione di terrazze con un’inclinazione a cielo aperto e, successivamente, vengono create delle gallerie che riescono ad attraversare la kimberlite. Grazie all’utilizzo della dinamite vengono fatte saltare le gallerie e la kimberlite può finire sul fondo della miniera, dove degli imbuti raccolgono il materiale.

I diamanti vengono estratti anche dai fondi oceanici. Questa operazione è possibile fino a 200 metri e può avvenire tramite due modalità: utilizzando un mezzo sottomarino cingolato, collegato alla nave, oppure tramite una trivella che parte dalla nave di supporto e aspira il materiale dal fondo marino.

Come si formano i diamanti

Il diamante è una pietra che nasce da un processo naturale ed è composto da carbonio puro cristallizzato a pressioni che oscillano tra i 25 e i 70 mila chili per centimetro quadrato, a temperature tra 1500° e 2000° C.

Dopo essersi formato sotto la crosta terrestre, giunge in superficie grazie alle eruzioni vulcaniche e viene inglobato in una roccia chiamata kimberlite che viene poi sgretolata e, in questo modo, libera i diamanti.

Dei diamanti molto piccoli, di diametro inferiore a 0,3 mm, sono stati trovati in molti meteoriti caduti sulla Terra e alcuni studiosi ritengono che questi impatti, avvenuti milioni di anni fa, possano aver prodotto alcuni dei diamanti ritrovati oggi. Oggi, circa la metà dei diamanti estratti nel mondo proviene da miniere situate nell’Africa centrale e meridionale. Non tutti i diamanti, però, sono naturali, infatti ci sono anche quelli sintetici, ovvero dei diamanti prodotti in laboratorio, con un valore economico inferiore rispetto a quello dei diamanti naturali.

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