19 Mag Quanto incide la purezza del diamante sulla quotazione?

L’acquisto di un diamante ha un significato molto profondo, in quanto regalare questo gioiello simboleggia una promessa di amore eterno e indissolubile. Esistono differenti parametri, utili per riuscire a valutare la purezza di un diamante, come il colore, il taglio e i carati. Per capire meglio, vediamo cosa si intende quando si parla di purezza di questa pietra e quanto questo valore incida sulla sua quotazione.

Purezza del diamante: cosa si intende

La purezza del diamante consiste nella classificazione delle dimensioni e del numero delle impurità presenti all’interno della pietra, tramite un esame con una lente a 10 ingrandimenti. La valutazione di un diamante, in generale, è un processo lungo e complesso che ha come obiettivo quello di individuare l’esatto valore commerciale di ciascuna gemma.

Negli ultimi anni, sono stati creati alcuni criteri di classificazione delle pietre per consentire una valutazione precisa e tutelare l’acquirente. Questo sistema si fonda sulle 4C (Color, Cut, Clarity e Carat), che permettono di valutare le caratteristiche di una gemma e dei suoi elementi distintivi, sulla base di alcuni standard.

La purezza di un diamante è una caratteristica che fa aumentare notevolmente il costo della gemma, in quanto, in questo caso, si vanno a valutare eventuali imperfezioni, che determinano diversi gradi di purezza. La purezza di un diamante, quindi, permette di classificare la grandezza e il numero di impurità che ci sono all’interno della pietra e verificare questo aspetto è di fondamentale importanza per decretare la sua qualità e il suo valore: occorre sottolineare che le imperfezioni naturali sono simbolo di genuinità, ma, nel caso in cui fossero troppo visibili, inciderebbero negativamente sul suo valore di mercato.

Riuscire a trovare un diamante puro può rivelarsi estremamente difficile, in quanto questo parametro aumenta il suo valore commerciale: per questo motivo, occorre sempre affidarsi a degli esperti che possano consigliare correttamente.

Purezza del diamante e valore di mercato

Riuscire a trovare un diamante perfetto è molto difficile, infatti solo il 2% può essere definito tale. Si può parlare di diversi gradi di purezza nel momento in cui le caratteristiche di un diamante derivano dal suo naturale processo di formazione, il quale, a volte, comprende anche delle disomogeneità.

Una maggiore purezza di un diamante non sempre ha come conseguenza una maggiore brillantezza: infatti, il taglio brillante è ciò che determina la brillantezza della pietra e un diamante tagliato bene può celare le imperfezioni presenti. Il grado di purezza, quindi, non si lega del tutto alla bellezza della pietra, perché spesso i difetti sono difficilmente visibili ad occhio nudo.

Occorre, tuttavia, creare una distinzione tra quotazione e valutazione di un diamante: infatti, la quotazione è una fase successiva alla valutazione. Nella valutazione vengono analizzate le 4C citate precedentemente e si ottiene, in questo modo, il valore di stima del diamante. Mentre, attraverso la quotazione, l’obiettivo è fornire ai clienti il prezzo di acquisto della pietra, in base ad ulteriori stime che prendono in considerazione quelle esistenti nel mercato.

Nel momento in cui si decide di valutare accuratamente un diamante occorre richiedere la consulenza di un professionista. I parametri corretti per fornire la giusta quotazione di mercato sono di difficile misurazione ed è necessario utilizzare strumenti professionali come il microscopio, che riesce ad individuare anche le impurità non invisibili ad occhio nudo, una lampada normalizzata, che emette una luce definita standard e, infine, una bilancia idrostatica, che serve a determinare il peso specifico di una gemma.

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